Il 2020 sarà ricordato dalle generazioni future come l’“Anno della Pandemia”, quando tutto quanto era stato fino ad allora prevedibile è stato surclassato dai fatti e quando anche i peggiori scenari immaginabili hanno preso sostanza.
Tutti i sistemi sanitari, economici, produttivi e sociali di tutto il Pianeta sono stati messi a dura prova e hanno drammaticamente conosciuto e dovuto riconoscere i propri limiti andando poi via via alla ricerca delle soluzioni che potessero permettere il superamento delle criticità.
Questo fatto ci pone e ci porrà, in tutti i contesti, di fronte alla necessità di approfondire la conoscenza delle vulnerabilità in modo da poterle efficacemente gestire; di fatto questo è parte del campo di cui si occupa la cultura del risk management che però in Italia, stando agli studi dell’Osservatorio di CINEAS-MEDIOBANCA, seppur in crescita non è così diffusa a livello delle PMI che pur costituiscono l’asse portante del tessuto produttivo del nostro Paese.
Infatti, stando ai dati di tale studio solo una parte delle Medie Imprese ha una sensibilità strutturale alla gestione del rischio che però è un potente fattore di propulsione del successo imprenditoriale. È ragionevole pensare che, annoverando anche le Piccole Imprese, questa quota si abbassi sensibilmente.
La forma più diffusa, in assenza di un’attività di analisi approfondita e di una integrale e integrata gestione del rischio, è culturalmente la stipula di un contratto assicurativo che pone a carico dell’Assicuratore l’assunzione del rischio.
In tale campo è necessaria una forte campagna di “alfabetizzazione” dell’utenza in modo che, mediante un’attività di consulenza qualificata porti l’imprenditore a essere un assicurato perfettamente consapevole dei rischi che scientemente e coscientemente ha deciso di trasferire all’Assicuratore, avendo gestito al suo interno le altre situazioni potenzialmente dannose per la propria impresa.
In tale contesto AIBA e i Broker che ne fanno parte sono un fattore determinante per promuovere tale rivoluzione culturale.
Come già detto, bisogna portare l’Imprenditore ad acquisire la piena consapevolezza dei rischi connessi alla propria attività e quali siano i fattori critici; la prova di tale necessità di ragionare sui sistemi e sull’individuazione delle soluzioni è, ad esempio, la cronica mancanza della diffusione nelle PMI del nostro Paese della copertura assicurativa contro i danni indiretti.
Nella gestione e nella individuazione di situazioni potenzialmente critiche, alcuni sistemi decisamente “evoluti”, quali ad esempio quello bancario, hanno da anni adottato il metodo dello “Stress Test”, ossia hanno implementato strumenti per valutare a priori, mediante simulazione e l’adozione di modelli predittivi, la tenuta del sistema di fronte a eventi “estremi”.
Calando questo approccio nel nostro mondo ossia nella catena che vede come attori l’Imprenditore/Assicurato, il Broker e la Compagnia Assicurativa i cui rispettivi rapporti sono retti da quel contratto che è la polizza che contiene i rispettivi obblighi e doveri, si ritiene che sia possibile mutuare lo stesso e parte di quelle metodologie a beneficio sia delle Parti coinvolte, oltre che dare un ulteriore impulso positivo a quella crescita culturale di cui si è anzi detto.
Sappiamo tutti che il sinistro (quello reale) è di fatto il banco di prova del contratto assicurativo che mette l’Assicurato di fronte alla verifica dell’effettivo soddisfacimento delle proprie aspettative che ha riposto nel contratto stesso. In tale sede viene a concretizzarsi ciò che prima era solo un’ipotesi.
In quel momento, per l’Imprenditore la polizza, che prima dell’evento dannoso era poco più di un documento tra i tanti file dell’azienda, diventa la “scialuppa di salvataggio” alla quale affidarsi per affrontare e superare il momento di difficoltà. Anche le scialuppe però devono essere manutenute e correttamente dimensionate altrimenti il disastro diventa comunque inevitabile.
Abbandonando questa analogia, richiamando il noto spot pubblicitario di qualche anno or sono che recitava “prevenire è meglio che curare”, è possibile intervenire preventivamente e manutenere le polizze andando a simulare, proprio come uno “Stress Test”, un sinistro; in pratica è possibile valutare la risposta del contratto assicurativo in assenza di sinistro e quindi senza dovere sopportare le eventuali conseguenze delle eventuali “falle” del tessuto contrattuale.
In tale ottica la competenza di una società come C & P s.r.l., che vanta cinquanta anni di attività nel loss adjustment di sinistri complessi, è un fattore che può essere “messo in campo” operando in sinergia con i Broker per fornire un assessment preventivo e per apportare gli eventuali interventi migliorativi ed i correttivi necessari.
Esempio di sinistro reale – E se fosse possibile immaginarne prima le conseguenze e la “tenuta” della polizza assicurativa ?
Proprio grazie alla lunga esperienza maturata nella gestione e nella liquidazione dei danni, C & P s.r.l. è in grado di simulare uno o più scenari di sinistro che potremmo definire “in bianco” analizzando le conseguenze delle varie situazioni con una logica “what if”, consentendo a tutti i soggetti interessati di avere uno strumento di crescita collettiva nella conoscenza sia della portata delle garanzie di polizza, sia delle specifiche vulnerabilità alle quali porre mano.
Di fatto si tratta di un’attività consulenziale di alto profilo con un potenziale di penetrazione elevato anche nell’ottica dello sviluppo della sensibilità dell’imprenditore portandolo a ragionare in termini di una gestione più integrata e strutturata del rischio.
Tornando alla già richiamata ridotta diffusione delle polizza contro i Danni Indiretti, si ritiene che la stessa sia anche frutto della scarsa comprensione dell’enorme contributo che può fornire alla sopravvivenza dell’azienda in caso di sinistro; le statistiche sono chiare e portano impietosamente in evidenza l’incidenza estremamente elevata delle aziende che dopo un sinistro grave, pur essendo state pienamente ristorate dei danni ai propri assets “fisici”, non riescono a “rimettersi in carreggiata” proprio perché affossate dalle perdite e dall’impatto devastante dell’evento sul proprio conto economico. Se la quantificazione di questo impatto fosse portata in evidenza, anche se solo mediante una simulazione, nessun imprenditore, anche solo minimamente avveduto, potrebbe più ignorare la necessità di assicurarsi anche per i Danni Indiretti.
Anche le competenze per tali attività simulazione rientrano tra quelle di C & P s.r.l. che da anni si occupa della liquidazione dei danni indiretti con capacità riconosciute dal mercato tanto che uno dei soci, l’Ing. Roberto Cincotti, è tra i docenti di CINEAS per i corsi su tale specifico argomento.