L’Osservatorio Europeo degli Intermediari Assicurativi di CGPA Europe fotografa un quadro non ancora omogeneo nell’applicazione della normativa sulla distribuzione

Un barometro per capire come cambia lo scenario in cui operano gli intermediari assicurativi e fornire elementi utili all’attività professionale attraverso la condivisione delle esperienze e il dialogo tra gli intermediari europei. È questa la finalità dell’Osservatorio Europeo degli Intermediari Assicurativi, istituito nel 2014 da CGPA Europe, compagnia specializzata nell’assicurazione dei rischi di responsabilità civile professionale degli intermediari.

La nona edizione dell’Osservatorio, presentata in ottobre a Milano nel corso di un evento al quale è intervenuto il presidente dell’AIBA, Flavio Sestilli (tra i partecipanti alla tavola rotonda degli intermediari) ha approfondito, tra l’altro, le differenze tra i Paesi nell’applicazione della direttiva europea sulla distribuzione assicurativa. Le sentenze esprimono la permanenza di diversità che  portano a un esito eterogeneo dei contenziosi. Vediamo alcune evidenze.

 

I terzi, diversi dal cliente dell’intermediario, possono invocare la responsabilità contrattuale degli intermediari assicurativi in Francia, Spagna e Germania (la tendenza in questo Paese non è chiaramente identificabile) ma non in Gran Bretagna, Italia e Irlanda.

Per quanto riguarda la richiesta di risarcimento, è emerso che l’onere della prova incombe sul cliente in Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna, mentre spetta all’intermediario in Francia e Irlanda; in Belgio la giurisprudenza in materia è piuttosto ondivaga.

Infine sono stati analizzati i termini previsti per l’avvio di un’azione risarcitoria nei confronti dall’intermediario: si passa dai 3 anni della Germania ai 10 anni dell’Italia, mentre sono 5 gli anni in Francia e Spagna e 6 in Gran Bretagna e Irlanda.

 

La rete di avvocati europei di CGPA Europe ha indicato anche le buone prassi da adottare nell’esercizio della professione assicurativa come da specifiche giurisprudenze dei diversi Paesi: il Regno Unito mette in evidenza l’importanza del rinnovo del contratto, a cui va data la stessa attenzione, di cui viene data prova nell’acquisizione di un nuovo contratto. Per la Francia la chiave di volta della tutela degli intermediari è il modulo di adeguatezza: offre infatti un solido appiglio in caso di controversia. Per la Germania la documentazione relativa alle informazioni, alle consulenze e ai consigli forniti è fondamentale per evitare l’inversione dell’onere della prova. L’Italia insiste sulla massima vigilanza per tutta la durata del contratto in termini di conservazione di tracce scritte. Il Belgio pone l’accento sull’attenzione da prestare all’informatizzazione e alle sue conseguenze. L’Irlanda si focalizza sulla capacità di documentare ogni scambio con il cliente. Infine la Spagna invita a puntare sulla qualità in termini di servizi proposti ai clienti e di formazione professionale aggiornata degli intermediari.

 

Dalle sentenze più significative che hanno riguardato il settore dell’intermediazione assicurativa nel 2021 è emersa una linea direttrice: i giudici europei tendono sempre più spesso a riconoscere i limiti al dovere d’informazione e agli obblighi di consiglio e consulenza. Questi limiti traggono origine dagli obblighi che incombono sui clienti degli intermediari e non possono che ricordare l’importanza di documentare, per iscritto, tutte le informazioni, le consulenze e i consigli forniti nel corso della durata del contratto, elementi indispensabili alla difesa degli intermediari in caso di controversie nei loro confronti.

 

L’Osservatorio ha trattato anche il tema della risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia d’intermediazione dando la parola a cinque ombudsman assicurativi (Germania, Belgio, Regno Unito, Irlanda e Francia) e fornendo le informazioni sulla prossima istituzione in Italia e Spagna di organismi per risoluzione delle controversie assicurative.

L’applicazione della normativa comunitaria nel settore assicurativo ha portato alla creazione, in ciascuno degli Stati membri, di organismi specifici che permettono agli assicurati di presentare reclami contro gli assicuratori, ma hanno altresì competenza in materia di controversie fra assicurati e intermediari, soprattutto per quanto riguarda gli obblighi di consiglio e consulenza. Il ricorso a questi orga­nismi da parte dei consumatori è in costante crescita e per questo gli intermediari assicurativi non possono ignorarne l’importanza.

L’Osservatorio di CGPA Europe riporta, infine, i dati sull’andamento del business assicurativo nel mondo e sulla demografia europea degli intermediari.

Il settore assicurativo sta crescendo: nel 2022, per la prima volta, la raccolta premi globale supererà 7.000 miliardi di dollari, effetto combinato tra ripresa post pandemica, rialzo dei tassi nel settore danni e forte crescita nei mercati emergenti. Si prevede, tuttavia, che nel 2023 l’atteso rallentamento della crescita economica mondiale ridurrà la domanda di assicurazioni e l’inflazione elevata determinerà un aumento del costo dei sinistri, in particolare nel settore danni.

L’Italia si conferma al primo posto in Europa per numero d’intermediari nonostante il recente calo degli iscritti al Registro Unico degli Intermediari (237.193 alla fine del 2021 contro 242.936 iscritti alla fine del 2020). Secondo il rapporto IVASS 2021, nel ramo Vita, gli sportelli bancari restano il canale primario con una quota del 56%, anche se nel 2021 hanno perso tre punti percentuali. Nei rami danni, gli intermediari assicurativi restano di gran lunga il canale di distribuzione più importante.

Per un approfondimento dei temi trattati nell’Osservatorio si rimanda al sito web di CGPA Europe nella sezione Osservatorio (https://www.cgpa-europe.it/osservatorio-intermediari/), dove a breve sarà disponibile l’intera pubblicazione.

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