Un modello evoluto per gestire i rischi in sanità

In sanità i rischi possono venire da innumerevoli fonti, per gestire il complesso di questi rischi è necessario un modello, e soprattutto formare le persone che lo applichino”

Articolo a cura di Marcello Bottazzi, CTS AIBA

Il 14.12.2022 presso la Luiss Guido Carli a Roma è stato presentato il “Modello Italiano per la Gestione del Rischio in Sanità – MIGERIS™ 4.0”.

I lavori sono durati l’intera giornata, con numerosi interventi moderati da Gregory Alegi, giornalista e storico.

Dalla costituzione partecipo per AIBA al Comitato Tecnico Scientifico istituito da LUISS per la redazione del MIGERIS™, ed ho partecipato alla impostazione dell’originario modello, il cui primo abbozzo e stesura risale addirittura al 2008.

Perché un “Modello” e perché AIBA (Associazione Italiana Broker di Assicurazione e Riassicurazione) lo ha sottoscritto con il proprio logo?

Sotto il profilo tecnico un “modello di rischio” è una rappresentazione matematica di un sistema o processo, basata sulla probabilità di distribuzione delle minacce. I dati storici, e il punto di vista degli esperti, vengono usati per elaborare i parametri del modello e della distribuzione dei rischi, ed effettuare proiezioni future.

Inutile dire che in questo momento tutti i settori, non solo quello assicurativo, vedono notevoli investimenti nella “modellizzazione” dei rischi, con i più avanzati strumenti di EDP.

Dato il moltiplicarsi delle fonti di rischio, la crescente complessità della attività sanitaria e la ineludibile spinta alla digitalizzazione, non si tratta più di modellizzare il singolo rischio, ma di disporre di uno strumento che detti i requisiti che permettano di integrare e coordinare tutte le azioni volte a garantire la sempre maggiore sicurezza delle cure, sicurezza, beninteso, per il paziente e per l’operatore (nel senso più ampio); il MIGERIS™ è questo strumento, e per una sua compiuta descrizione rimandiamo al sito https://businessschool.luiss.it/perche-luiss-bs/modello-italiano-gestione-rischio-sanita-migeris/i-progetti-del-centro/ .

Si tratta, per me, di una riuscita “messa a terra” del risk based approach con cui dovremmo affrontare ogni attività, criterio che caratterizza ormai tutta la produzione normativa e legislativa (e.g. cfr. ISO 9001/2015 sulla qualità, ISO 31000/2018 sul Risk Management e da ultima la proposta di direttiva UE di regolamentazione della Intelligenza Artificiale – P9_TA (2020)0276 Regime di responsabilità civile per l’intelligenza artificiale).

Al momento non mi risultano presenti sul mercato “modelli” che possano essere comparati con il MIGERIS(ora di proprietà della LUISS Guido Carli), giunto all’edizione 4.0 a testimonianza della continua evoluzione (il CTS già si prepara a discutere dell’edizione 5.0).

Più che illustrare i contenuti e le tecniche vorrei, rifacendomi ad una attività propria del modello, la c.d. root cause analysis, andare alle ragioni profonde che lo sostengono e governano, ragioni che vengono da molto lontano, dalle basi del nostro pensiero.

Nel senso più ampio il MIGERISè un riuscito tentativo di stabilire una Epistème (dal greco ἐπιστήμη, composto dalla preposizione epì-, cioè «su», + il verbo ἵστημι, histemi, che significa «stare», «porre», «stabilire») cioè un sapere che si pone al di sopra, non condizionato dalle mie abitudini conoscitive (e.g. religiose, sociali etc.) e quindi scevro da quelli che a la mode chiamiamo bias; una conoscenza intellegibile che mi dia certezze su cause ed effetti (cfr.  Aristotele e poi Platone).

Quindi il modello mi mette in grado di agire (epistàmai – greco  ἐπίσταμαι  –  essere in grado, essere capace) e di guidare la mia azione sulla base di una verità il più possibile oggettiva ed incontrovertibile.

Da secoli sappiamo però che la “verità” dell’epistème è relativa: la scienza procede per tentativi, e ciò che era verità fino al giorno prima, non lo è più il giorno dopo perché vi è una nuova e più convincente verità.

Il superamento di questa empasse avviene grazie al “carattere pubblico del metodo scientifico” (Karl Popper). Quindi l’obbiettività non risulta dagli sforzi del singolo scienziato per essere obbiettivo, ma dalla cooperazione di molti scienziati, ed il CTS del MIGERIS™ ne è un esempio per il numero dei partecipanti, la diversificazione delle loro esperienze (mi limito a citare in proposito il contributo della Sanità Militare) e la feconda contaminazione che tra queste esperienze ha luogo.

Il metodo è la libera discussione da parte dei competenti e quindi la “esperienza pubblica” che consente ad un altro ricercatore di ripetere le procedure che hanno condotto a certe conclusioni. L’obbiettività dipende dal riconoscimento pubblico del valore della conoscenza scientifica, ed i numeri si incaricano di misurare questo valore nelle strutture sanitarie ove il modello è stato applicato.

Quindi possiamo considerare il MIGERIS come mètodo s. m. [dal lat. methŏdus f., gr. μέϑοδος f., «ricerca, indagine, investigazione», e anche «il modo della ricerca», comp. di μετα– che include qui l’idea del perseguire, del tener dietro, e ὁδός «via», quindi, letteralmente «l’andar dietro; via per giungere a un determinato luogo o scopo»]. (Treccani)

Metodo che permette alla struttura sanitaria di mettere in atto uno scientifico “conosci te stesso” (gr. γνῶϑι σεαυτόν, – gnòthi seautòn), o se vogliamo in termini moderni  uno scientifico risk based approach (ISO 9001/2015) alla intera attività; indispensabile prodromo per decidere la ottimale soluzione di risk financing (il rischio zero non esiste, è imprescindibile formulare scenari di danno, e calcolarne l’impatto finanziario). E ciò sia che la struttura voglia gestire il rischio in proprio (RETENTION) sia che debba poterlo illustrare ad altri ai quali voglia trasferirlo con le opportune modalità (Risk Transfer, e.g. agli assicuratori che grazie al Modello sembra intendano rientrare in gioco) sia infine che voglia unirsi ad altre strutture in forme di gestione/ritenzione collettive (Risk retention groups, POOL …).

Sempre rispettando la par condicio informativa in caso di procedure ad evidenza pubblica e, in ogni caso, gli obblighi informativi che ormai caratterizzano tutti i processi e possono essere fonte di controversie.

La sottoscrizione da parte di AIBA del MIGERIS™ significa, per gli intermediari che vengano interessati a risk transfer ed a risk retention, che la struttura sanitaria sarà in grado di soddisfare al meglio tutte le necessità informative e che presenterà le migliori e più evolute capacità di risk prevention, mitigation & control.

Infine, ciò che, sopra a tutto, voglio evidenziare è che tutta la messa in atto del metodo si basa sulla continua formazione delle persone, ad ogni livello, in modo che il corretto approccio al rischio divenga forma mentis di ciascuno che potrà così consapevolmente collaborare alla gestione degli innumerevoli rischi della struttura; è grazie a questo coinvolgimento delle persone che vengono raggiunti i risultati che attestano la validità ed efficacia del modello.

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