Caro Paolo,
gli aspetti più tristi della vecchiaia sono la dipartita dei compagni d viaggio con cui hai condiviso gioie e dolori.
Ti non sei stato per me solo un occasionale compagno di viaggio: sei stato molto di più. Sei stato un esempio di uomo onesto e generoso che ha creduto nell’affermazione del nostro mestiere di Broker di Assicurazione e che ha creduto che la nostra crescita professionale fosse legata, in larga misura, alla crescita dell’AIBA.
Non posso dimenticare le interminabili riunioni per fare in modo che la Direttiva Comunitaria del 1976 fosse recepita dalla legislazione italiana in modo conforme allo spirito della Direttiva. Avevamo contro le Imprese di Assicurazione, gli Agenti, buona parte dei docenti universitari che non volevano questo “intruso”, il broker di assicurazione, entrasse a pieno titolo nel mercato assicurativo italiano per renderlo più flessibile e più equo. Eppure, contro ogni aspettativa, Davide ha sconfitto Golia e il 28 novembre 1984 sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la Legge sulla Istituzione e funzionamento dell’albo dei mediatori di assicurazione.
Avevi da poco lasciato la Presidenza dell’AIBA a Giuseppe Manzitti, ma il merito di avere avuto, finalmente, il riconoscimento giuridico della nostra attività è stato prevalentemente tuo, come durante i successivi incontri alla Commissione Consultiva istituita dal Ministro dell’Industria e presieduta da Domenico Fortini (ma dove primeggiava la figura di Anna Mantengoli) per sciogliere i molti dubbi che la legge 792/84 non aveva risolto, furono determinanti la tua competenza e la tua autorevolezza.
Ti ricordi che le nostre interminabili riunioni al Ministero dell’Industria erano remunerate con il rilevante importo di Lire 3.000 lorde a seduta?
L’intuizione che l’Aiba si sarebbe trasformata da club elitario a rappresentante di tutta la categoria dei broker di assicurazione è stata tua e sono felice di essere stato io a realizzarla nel 1988 con la fusione delle tre associazioni di broker allora esistenti (Anbar, Abri e Aiba) in quella che è attualmente l’AIBA.
Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma tu sei rimasto il padre nobile dell’Aiba, ricordato con gratitudine e con affetto da me e da tutti i colleghi.
Il mondo è sottosopra: il Covid e l’orrenda invasione dell’Ucraina da parte di Putin hanno reso il futuro assai fosco. Abbiamo avuto la fortuna di vivere in un periodo storico felice e la tua dipartita terrena rende il mondo che ci circonda ancora più triste.
Ti abbraccio, amico mio, e puoi essere certo che non ti dimenticheremo.
Andrea