Stop all’Oria dopo le reazioni di AIBA, Ania e Sna.

Il Mise in cerca di una via diversa

Fonte: articolo di Federica Pezzatti, Plus24 dell’8 ottobre 2021

La costituzione dell’Oria, l’Organismo a cui dovrebbe essere demandata la gestione del registro unico degli intermediari assicurativi (Rui) potrebbe subire uno stop.

Pare che il Ministero dello sviluppo economico stia valutando un cambiamento di indirizzo dopo le molteplici criticità sollevate dalle categorie di settore: da Ania ai broker di Aiba e Acb, agli agenti assicurativi di Anapa e Sna.

Lo ha detto ieri il viceministro Mise con delega alle assicurazioni Gilberto Pichetto Fratin che ha affermato che «alla luce delle istanze sollevate dalle associazioni di rappresentanza coinvolte sulla procedura di costituzione dell’Oria si stanno facendo delle valutazioni di carattere tecnico».

Considerato che al nuovo organismo spetterebbe la sola responsabilità della tenuta del (Rui), mentre l’attività di vigilanza rimarrebbe in capo all’Ivass, Pichetto Fratin ha aggiunto che «sebbene l’Oria derivi da una norma di legge, si sta valutando una modifica dell’impianto normativo affinché il Registro unico possa rimanere all’interno dell’Authority di settore».

Il commento è stato fatto durante un incontro con Anapa che si è tenuto al Senato a cui ha partecipato anche la capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini. «Si tratta di un risultato molto importante – commenta Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa Rete ImpresAgenzia – che tiene conto delle osservazione critiche avanzate da tutte le associazioni di rappresentanza degli intermediari assicurativi e dalla stessa Ania». Anche l’associazione delle compagnie, aveva infatti segnalato le sue enormi perplessità durante la veloce fase di consultazione di fine agosto, quando agli intermediari erano stati lasciati dal Mise solo una decina di giorni per inviare le proprie istanze sulla bozza di decreto che istituisce l’organismo in discussione. «La normativa appare opaca su più aspetti. Si tratta inoltre di una duplicazione in quanto, a differenza di quanto avviene per l’Ocf (che è stato utilizzato come modello), la funzione di vigilanza resta in capo a Ivass. I costi dell’Oria, ancora difficilmente identificabili non sono banali e potrebbero rappresentare un ulteriore aggravio per le associate», ha spiegato Ania al Sole-24Ore.

Una linea per certi versi simile a quella manifestata dai broker di Aiba che contestano la necessità di creare un organismo ad hoc e «ravvisano il rischio di un aumento notevole di costi a cui non corrisponderebbe una maggior efficienza –, hanno spiegato dall’Aiba –. Di fatto, l’Oria assumerebbe su di sé la competenza inerente alla tenuta del registro degli intermediari (Rui), ma non anche quella della vigilanza sugli operatori a causa di uno specifico divieto previsto dalla direttiva Idd, competenza che quindi rimane in capo a Ivass, con il rischio di un aumento delle incertezze regolamentari e di costi, laddove di fatto due autorità insisterebbero su competenze affini o contigue».

Inoltre, le risorse umane di Ivass che oggi si dedicano a questa attività non saranno trasferite in capo al nascente organismo, con la conseguente perdita di know-how e competenze.

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