BigTech nei servizi finanziari. È necessario un nuovo modello di supervisione.

La banca centrale olandese, De Nederlandsche Bank, ha pubblicato un rapporto sugli sviluppi delle relazioni tra BigTech e istituzioni finanziarie: “Changing landscape, changing supervision”.

Fonte: Bipar Update di Settembre 2021

Secondo il rapporto della DNB, la crescente importanza delle BigTech nel settore Financial Services potrebbe portare a cambiamenti radicali nel panorama finanziario e assicurativo. Se da un lato la fiducia dei clienti continua ad essere riposta negli istituti finanziari tradizionali, dall’altro lato le BigTech rappresentano un forte stimolo all’innovazione e ad un’evoluzione dei servizi finanziari in termini di sempre maggior efficienza. Un ruolo sempre crescente che paventa un rischio di concentrazione. Per questo, si rende necessaria una revisione dei regolamenti e delle strategie di supervisione.

Il Rapporto parte dall’analisi del rapporto tra BigTech e istituti finanziari nei Paesi Bassi e altrove in Europa: è una cooperazione principalmente focalizzata sul miglioramento della convenienza digitale dei servizi di pagamento, mentre c’è un minor impatto sui servizi di fornitura del credito, ove tale cooperazione è ancora limitata.

Tra i vantaggi, dal punto di vista degli istituti finanziari, c’è la possibilità di evolvere dal punto di vista di innovazione, flessibilità ed efficienza, offrendo servizi più convenienti e digitali e allargando così le quote di mercato. Acquistandoli dalle BigTech, sono sempre di più gli istituti finanziari che accedono a servizi di cloud o utilizzano tecniche avanzate di analytics che combinano i dati finanziari e non finanziari dei clienti, o ancora sviluppano servizi transfrontalieri agevolate dalla digitalizzazione e dalla “platformisation”.

Dal punto di vista delle BigTech, invece, i servizi finanziari sono rilevanti perché permettono di rafforzare le loro piattaforme: l’utilizzo dei servizi da parte del cliente rende disponibili dati che alimentano la piattaforma, la consolidano e consentono così di migliorare i servizi, attrarre più utenti e fare così più margini. Unire le forze con gli istituti finanziari permette anche alle BigTech di offrire questo tipo di servizi senza diventare esse stesse soggette alla supervisione, e allo stesso tempo beneficiare dei maggiori livelli di fiducia dei consumatori nelle banche e negli assicuratori.

Qual è l’impatto potenziale di questo tipo di partnership sul mercato olandese?

Come spiega il rapporto, varia a seconda del sottomercato. La cooperazione con le banche sta avendo un impatto abbastanza alto sui servizi di pagamento, dove le banche olandesi stanno già lavorando con le BigTech. Anche il mercato del credito ha un grande potenziale per le partnership.

Nel settore assicurativo, è possibile prevedere un grande impatto sul comparto Non-Vita, dove la cooperazione aumenta le possibilità di innovazione nella catena di produzione, per esempio attraverso una distribuzione su più larga scala, una gestione più efficiente e semplice dei sinistri utilizzando l’AI. Al contrario, considerata la contrazione sostenuta del mercato delle assicurazioni Vita in Olanda, l’impatto delle partnership tra istituti finanziari e BigTech sarà verosimilmente limitato.

Il rapporto spiega inoltre che le BigTech potrebbero anche accrescere il ruolo dei comparatori, soprattutto in un mercato come quello olandese in cui ben il 60% delle polizze Non-Vita sono stipulate online e circa un quarto proprio attraverso comparatori. Un trend che potrebbe creare un rischio di concentrazione all’interno del mercato dei servizi finanziari e assicurativi, situazione confliggente con le norme e i regolamenti dell’URE relativi alla garanzia della privacy, alla sovranità e alla sicurezza dei dati, oltreché alla tutela dal potenziale abuso di potere di mercato da parte delle piattaforme di comparatori.

Il mercato finanziario del futuro dipende quindi dallo sviluppo delle relazioni tra BigTech, banche e Compagnie di assicurazioni. Questi alcuni dei maggiori interrogativi: il ruolo delle BigTech continuerà ad essere quello di semplici facilitatori degli sviluppi tecnologici e innovativi, o assumeranno il controllo delle relazioni con i clienti come canali di distribuzione chiave per i servizi finanziari? Le istituzioni finanziarie saranno in grado di continuare a tenere il passo con il ritmo dell’innovazione come hanno fatto in passato?

Il rapporto delinea quattro possibili scenari per il futuro, tuttavia non è possibile ad oggi prevedere quale si realizzerà con maggior probabilità.

  1. Uno scenario di “finanza innovativa”, in cui se le banche e gli assicuratori saranno in grado di sfruttare una sufficiente forza innovativa e le BigTech si concentreranno sulla fornitura di servizi cloud, le istituzioni finanziarie potranno essere i driver dell’innovazione nei servizi finanziari, basandosi sulle proprie piattaforme finanziarie.
  2. Un opposto scenario con le “BigTech protagoniste”, laddove le istituzioni finanziarie non siano in grado di sfruttare il loro potere innovativo e diventino quindi dipendenti dalle BigTech, che distribuiranno servizi finanziari di banche e assicurazioni di loro scelta dalle loro ampie piattaforme. Nel selezionare queste istituzioni finanziarie, le BigTech useranno la loro posizione dominante nel negoziare gli accordi su fatturato, prezzi e servizi.
  3. Un terzo scenario di aperta “competizione”, in cui le istituzioni finanziarie innovative creeranno le proprie piattaforme e competeranno per i clienti con le BigTech.
  4. Un ultimo scenario cosiddetto di “finanza tradizionale”, qualora uno scarso potenziale innovativo degli istituti finanziari si combini con una mancanza di interesse per i servizi finanziari da parte delle BigTech.

Indipendentemente dallo scenario, il rapporto DNB conclude che i quadri normativi pertinenti dovranno essere adattati per affrontare i rischi di concentrazione nelle aree dei servizi finanziari (dipendenza da un piccolo gruppo di fornitori di servizi), la distribuzione di prodotti e servizi finanziari (le vendite scorrette delle piattaforme o i danni alla reputazione possono danneggiare la fiducia nel sistema finanziario) e l’accesso ai dati dei consumatori.

Inoltre, si renderà essenziale la supervisione finanziaria delle BigTech a livello europeo. Le mutevoli condizioni di mercato richiedono uno allargamento dell’attenzione dell’autorità di vigilanza a una visione che comprenda tutte le relazioni contrattuali esterne importanti per un istituto.  L’ormai prossimo Digital Operational Resilience Act (DORA), ad esempio, introduce la supervisione dei fornitori di servizi che sono critici per il sistema finanziario, indipendentemente dal fatto che i servizi che forniscono siano una forma di outsourcing. Nella stessa direzione, la DNB sta anche collaborando con l’Autorità olandese per i mercati finanziari (AFM) per la redazione di un parere sulla Finanza Digitale che le autorità di vigilanza europee (ESA) presenteranno alla Commissione Europea nel corso di quest’anno.

In estrema sintesi, un settore finanziario e un’economia sempre più basati su piattaforme richiedono una più stretta cooperazione tra le autorità di vigilanza. Le singole autorità di vigilanza con mandati nelle aree dei servizi finanziari, della cybersicurezza, della protezione dei dati, della concorrenza dovranno intensificare la loro cooperazione per permettere una supervisione più completa e uno sviluppo efficiente e sicuro del mercato.

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